01/10/20

Sfida dei 30 giorni: un'azione quotidiana per prendermi cura di me

Questo ottobre ho deciso che sarà così, un mese di piccole azioni quotidiane per prendermi cura di me. Ogni singolo giorno. Perché ancora lotto con l'idea che tutto sommato sono forte e posso resistere pure se sono stanca, che le mie esigenze possono aspettare, che posso riposarmi domani, che Tizio o Caio hanno più bisogno di aiuto di me.. insomma, avete capito.. è quel mix tra delirio di onnipotenza, poco amor proprio, priorità un po' sballate, sordità per i messaggi che corpo, testa e cuore a volte mandano, idea malsana che il proprio valore si misuri in base all'efficienza, a quello che fai per gli altri, a quanto o se fai "la brava",  eccetera eccetera!

Ecco perché mi piace questa idea della sfida dei 30 giorni:

  1. Mi aiuta a far entrare nel mio cervello che prendermi cura di me non è un lusso da fare quando ho il tempo o la possibilità di farlo. Non è essere egoisti. Non è qualcosa che devo meritarmi, conquistarmi. È una necessità. Quotidiana.  (..e comunque puoi aiutare gli altri molto di più e molto meglio se non stai uno straccio fisicamente, mentalmente, ed emotivamente!)
  2. Mi costringe ad aprire la mente e a cercare nuove possibilità per prendermi cura di me, o a vivere cose che già faccio con maggiore consapevolezza e intenzionalità, due modi di essere che sto cercando fortemente di coltivare nella mia vita. 
  3. In 30 giorni una azione ripetuta inizia a  diventare una abitudine. E acquisire l'abitudine di amare me stessa abbastanza da prendermi cura di me ogni giorno mi pare una cosa sana.. e bella. 
  4. Impegnarti con altri a fare una cosa ti spinge ad alzare le chiappe e farlo. E magari apre domande e riflessioni anche in altri sul senso di quello che fai. 

Non ho in mente cose complicate, ma piccoli gesti come:

  • Cucinare uno dei miei piatti preferiti
  • Fare una lista di 10 cose per cui sono grata
  • Fare una passeggiata di 10-15 minuti nella natura
  • Ascoltare una delle mie canzoni preferite e cantarla a squarciagola
  • Leggere un libro prima di andare a dormire
  • Tenere il cellulare spento per mezza giornata 
  • Scrivere una lista di 10 cose che apprezzo in me stessa
  • Telefonare ad una amica o un amico
  • Ballare per 5 minuti come una pazza scatenata
Ecco, per dire che non servono grandi cose per imparare ad amarsi e prendersi cura di sè. Che a volte bastano davvero 5 minuti in cui fare spazio solo per se stessi, per ascoltarsi, per mettersi in contatto col proprio corpo o coi propri pensieri ed emozioni, per generare gioia ed energia, per ricaricarsi.
Se avete voglia di unirvi a me, condividete pure le vostre idee su modi in cui possiamo coccolarci e volerci bene nei prossimi 30 giorni!
Buona sfida!

22/01/20

Un anno senza fumare e la mia primula speciale


Non è una primula come le altre questa. E' una primula speciale.
Quando l'ho comprata un anno fa non ho pensato, onestamente, all'effetto che mi avrebbe fatto vederla rifiorire un anno dopo.
Forse perché, nonostante abbia aspirazioni da contadina, sono un disastro con le piante ornamentali e ho (avevo?) la tendenza a farle morire in tempi record per cui probabilmente parte del mio cervello aveva deciso che processare il pensiero di cosa sarebbe successo dopo un anno era una fatica inutile perché con tutta probabilità quella pianta sarebbe morta.
Invece è ancora lì.
E un anno dopo mi regala un momento di emozione e di riflessione forti.
L'ho comprata dopo il primo giorno senza sigarette.
Avevo letto su un libro che era importante e utile fissare in anticipo le "ricompense" che avrei concesso a me stessa per aver scelto di smettere di fumare e di liberarmi da quella dipendenza mortale. La prima ricompensa era dopo un giorno.
E ho scelto una primula, da mettere dove prima in casa avevo il posacenere.
Vita... dove prima c'era morte.
Bellezza e  libertà... dove prima c'erano puzza e schiavitù.
Un promemoria di come quello fosse solo uno dei passi che stavo facendo per cominciare a "rifiorire", come donna e come essere umano.
Nel frattempo mi sono trasferita in Basilicata e quel fiorellino mi ha seguito. E' finito nell'orto, tra i miei pomodori e le mie zucchine e con l'inverno, senza fiori, quasi l'avevo dimenticato.
Oggi, in uno dei giretti nell'orto, un po' rari di questa stagione, nascosto da una calendula un po' invadente e prepotente che si era presa il suo spazio, eccola lì. Fiorita di nuovo. In tutta la sua piccola bellezza semplice.
A ricordarmi che ce l'ho fatta. Che da 12 mesi, 365 giorni, respiro solo aria pulita.
A ricordarmi che sono molto ma molto più forte di quello che penso.
A ricordarmi che quello che più conta per me è il perché che c'è dietro le mie scelte. E' il "perché" che ha fatto la differenza. E quel perché è stato l'essere libera "di".
Perché non basta essere liberi "da" (dalla dipendenza, da una cosa che sai che ti fa male.. ma andando oltre il fumo, da una relazione tossica, da una situazione che ti sta stretta o ti fa star male..)
Il punto è capire cosa viene dopo. Io volevo essere libera di avere accesso a tutte le energie fisiche che il mio corpo è capace di produrre per realizzare il mio sogno, per costruire una vita in campagna, per inventarmela giorno dopo giorno a colpi di zappa, falcetto e rastrello. E non potevo farlo col fiatone dopo 5 passi in salita.
Quello era il mio "libera di". Libera di essere la versione migliore di me. Libera di esprimere il meglio di me, anche col mio corpo, coi miei polmoni. Raggiungere il mio pieno potenziale. O almeno togliere di mezzo quello che sicuramente mi impediva di raggiungerlo.
Un anno dopo quella primula è lì a ricordarmi che se nei tuoi obiettivi ci credi davvero, con abbastanza tempo, energia, costanza, perseveranza.. tutto si può fare.
Che pure se la strada a volte è faticosa non devi arrenderti, mai.

08/06/19

#1week1habitChallenge - Una nuova abitudine a settimana per ridurre il mio impatto ambientale


Ho deciso di imbarcarmi in un esperimento che spero sarà stimolante, utile e perchè no anche divertente. Per ora parte come una "sfida estiva" e poi chissà, magari ci prendo gusto e dura di più. Queste le regole del gioco:

  • 1 settimana = 1 nuova abitudine 
che può essere un'abitudine nell'alimentazione, nel consumo, nel comportamento...
  • durata della sfida: 3 mesi (minimo)
per cui 12 nuove abitudini alla fine dell'estate dopo di che si proverà a tirare le somme e si valuterà quanto/come andare avanti
  • condividere i risultati!
Ogni settimana condividerò la nuova abitudine sul mio profilo Facebook e Instagram (con l'hashtag #1week1habitChallenge) e, quando ce ne sarà bisogno, quando sarà utile o quando mi verrà richiesto da voi, sul blog pubblicherò dettagli in più su ricette di autoproduzione, modalità per replicare quella nuova abitudine, suggerimenti utili o nuovi spunti che avrò raccolto nel frattempo con l'esperienza o anche grazie a voi (per dire che ogni aiuto sarà ben accetto!).

L'obiettivo? 
Ridurre l'impatto che la mia vita ha sull'ambiente.

E sono piuttosto sicura che ci sarà anche qualche altro interessante effetto collaterale di questo "gioco", tipo risparmio economico, sviluppo della creatività, occasione di fare rete.. vedremo, sono molto curiosa!

L'idea di fondo è quella di imparare a prendermi la mia responsabilità. 
Fare la mia parte. 
Mi sono resa conto, infatti, che c'è ancora davvero tanto che posso fare, probabilmente anche senza grande sforzo, perchè il mio passaggio su questo pianeta sia più "lieve". Per lasciare il mondo a chi verrà dopo di me un po' migliore di come l'ho trovato.
Ci sono comportamenti quotidiani, consumi, modi di fare.. insomma scelte che do per scontate e che a volte non mi rendo neanche più conto che non sono l'unica alternativa solo perchè sono ormai profondamente radicate nelle mie abitudini (ma ci sono entrate in modo cosciente, nelle mie abitudini, o indotte da pubblicità e modelli esterni?).
E sono convinta ogni giorno di più che queste scelte potrebbero facilmente essere modificate e ripensate con creatività in un modo che lasci me con la stessa soddisfazione lasciando però anche nel frattempo il pianeta meno appesantito dal consumo di risorse, da rifiuti, da inquinamento.
Tutto sta a guardare a quelle scelte, consumi e comportamenti quotidiani con un po' di sano senso critico.

Detto questo, due parole per spiegare la ragione per cui scelgo di condividere questo viaggio con voi:
1. perchè se ti impegni di fronte ad altri a fare qualcosa sei sicuramente più motivato a portare quella cosa fino in fondo. In qualche modo ci metti la faccia ancora di più e questo è sfidante e motivante.
2. forse anche perchè spero che qualcun altro prenda spunto da questa mia sfida anche solo per ripensare alle proprie di abitudini e per chiedersi che impatto hanno sull'ambiente.

Lo so, di fronte a temi come il cambiamento climatico, o dovremmo dire emergenza ambientale per usare un nome un po' meno neutro e un po' più realistico, a volte si ha la tentazione di pensare
"vabbè ma cosa può mai fare una singola persona per cambiare le cose?". 
Beh, una persona sola, se si somma a tante altre singole persone, diventa cambiamento.
"Quello che facciamo è soltanto una goccia nell'oceano. Ma se non ci fosse quella goccia all'oceano mancherebbe." (Madre Teresa di Calcutta)
Ecco, se mai avrò figli vorrei poterli guardare negli occhi e dirgli che io la mia parte per preservare questo pianeta meraviglioso e generoso, per quanto piccola, per quanto una goccia nell'oceano, l'ho fatta. E tu?


Be the change you want to see in the world


03/07/18

Illuminazioni sulla via di... Creta!


Atterrata a Creta stamattina. La missione (impossible) di questi giorni è gestire un meeting di progetto con una serie di partner internazionali che non sanno, poverini, quanto rischiano una ciabattata in faccia.. un po' per colpa loro un po' no.. ma questa è un'altra storia. Intanto la riunione inizia tra due giorni e nel frattempo mi godo (finalmente!) un po' di tempo solo per me.
In queste ultime ore mi sono resa conto di una cosa importante:

Non celebro mai abbastanza le mie piccole o grandi vittorie personali. 
Non so voi, ma io mi sono accorta di essere sempre molto più concentrata su quello che non va, sulle cose che vanno migliorate, sui passi ancora da fare, sui nuovi obiettivi da raggiungere...e mi fermo raramente a riconoscere e onorare i piccoli o grandi successi che invece ho raggiunto.
Ecco, in questo devo dire che circondarsi delle persone giuste forse aiuta. Perchè per quanto puoi farti il mazzo, per certe persone non sarà mai abbastanza comunque. Ci sarà sempre qualcosa che potevi fare meglio, sempre qualcosa che non hai fatto abbastanza bene, sempre qualcosa che hai trascurato, sempre qualcosa che "non". E con queste persone forse solo un grande, grosso e potente "sticazzi" risove la faccenda.
Comunque..  mentre ero in viaggio oggi ragionavo, invece, su questo: 10 anni fa la mia vita era semi-annullata dagli attacchi di panico e facevo fatica perfino ad andare in posti cretini tipo, che so, al cinema, in un pub, o in metro. E stamattina mi son fatta un viaggio da sola, in aereo, atterrata in un posto dove  manco i caratteri latini usano (tanta gioia) e va a capì te che cacchio di autobus devi prendere per arrivare al paesello a due ore dall'aeroporto dove c'hai l'albergo, e tra due giorni dovrò coordinare un meeting (in inglese!) gestendo cose e dinamiche che non ho mai gestito.. e sto tranquilla e rilassata!
Ok, un po' di strizzetta quando l'aereo è decollato ce l'ho avuta, ma quella non è questione di ansia.. è istinto di sopravvivenza e l'innaturalità dello stare su una scatola di ferro con le ali.. che vola..VOLA!.. a non-so-quanti-mila-metri di altezza.. no dico...non conta la strizzetta da decollo, siamo d'accordo?
Il punto è che oggi è stato relativamente "facile" riconoscere/riconoscermi questa vittoria personale, ma quanto è più faticoso nella vita di tutti i giorni con le cose più piccole e meno "evidenti"!
Aperta a suggerimenti pratici, se per caso qualcuno ne ha, su come "educarsi" a questo esercizio di verità con se stessi!

27/06/18

"Che culo" - ovvero quotidiana frustrazione di una millennial

C'è qualcosa di malato in un sistema in cui è normale uscire di casa alle 8 di mattina per andare al lavoro, farsi un'ora nel traffico, stare in ufficio davanti ad una fottuta scrivania per almeno 10 ore, farsi un'altra ora di traffico per tornare a casa 12 ore dopo che ne eri uscito (se ti va bene), cenare, crepare sul divano per mezz'ora (giusto il tempo di mandare giù la cena e non vomitare nel letto), e poi andare a dormire e ricominciare lo stesso giro il giorno dopo.
Dov'è lo spazio per la Vita-con-la-v-maiuscola in questa vita?
Dov'è lo spazio per coltivare passioni, amicizie, relazioni, amore, ozio, divertimento, riposo, senso..qualcos'altro-qualunque-cosa?
Non c'è manco lo spazio per fare la spesa e cucinare qualcosa di decente da mangiare.
Una parte di me, sempre più grossa ogni giorno che passa, non riesce proprio a starci dentro ad uno schema così. E sono pure tra i "fortunati" (che culo) che almeno un lavoro ce l'hanno. Tra i fortunati che almento un contratto (precario. che culo) ce l'hanno. Tra i fortunati che "almeno non è uno stage gratuito" (che culo).
Una bomba ad orologeria. Stasera mi sento così. Sull'orlo di urlare, spaccare un piatto in faccia a qualcuno (avrei la tentazione con più di qualcuno, ad essere sincera), mandare tutti a fanculo e andarmene a fare 6 mesi di viaggio da qualche parte.
Poi faccio un lungo respiro, cerco di calmarmi.. faccio un altro lungo respiro (il primo non ha funzionato), per un sacco di volte, prima di calmarmi un'anticchia. solo un'anticchia ma ci accontentiamo, rispetto al livello di sbrocco e ribellione interiore di qualche ora fa.
Ok, sono più calma. Sempre incazzata, ma calma.
E mi chiedo: è colpa mia? E' tipo il "morbo del millennial" che è in me? Non so perché mi passa per la testa questo pensiero bislacco e allora una ricerchina su internet che fai, non la fai? (dice che i millennials c'hanno pure sta specie di fissa per la tecnologia). Così, giusto per capire se sono io che sto dentro una modalità, approccio, o che-cavolo-ne-so di cui non sono magari cosciente (vabbè, c'avevo voglia di cercare qualche stronzata su internet per auto-distrarmi dal rodimento di culo cosmico che avevo ancora addosso, nonostante abbia appena detto che ero calma. bugia. beccata.).
E mi imbatto in una roba tipo: dicono dei millennials che siano "difficili da gestire, pensano che gli sia tutto dovuto, narcisisti ed egoisti, dispersivi e pigri".
E un pensiero solo chiude la serata: tacci vostri, facciamo un gioco, vi va? provate a fare la vita di merda che facciamo noi, generazione fortunella (che culo) e poi vediamo se non diventate un po' difficili da gestire pure voi?
Ecco. Keep calm un cazzo. Buonanotte.



05/05/18

Odore di pioggia e un paio di cose che ho imparato a Manchester

 
Questo tempo uggioso mi fa venire voglia di rannicchiarmi sul divano e godermi forse gli ultimi freschetti della stagione. Quasi vien la tentazione della copertina sui piedi. Meritato riposo dopo la fatica di far tornare la mia casa ad un aspetto semi-decente dopo settimane di abbandono.
Un gran scroscio d'acqua ha lasciato il terreno dei vasi in balcone scuro e dissetato. Chissà se questo aiuterà i semini che ho piantato qualche settimana fa a farsi coraggio e far spuntare qualche fogliolina, finalmente.
Quando piove a Roma, almeno dove abito io, l'odore dell'aria resta lo stesso di sempre: smog, polvere, cemento, quando sei sfortunato la puzza di fritto che arriva dal McDonald's poco più in là. 
E' come perdesi ogni volta un dono prezioso: l'odore dell'erba e della terra bagnata. Non lo baratterei col più costoso dei profumi da "VIP". Forse uno degli odori che più mi piace in assoluto. Per l'odore in sè, e per l'ondata di emozioni e ricordi d'infanzia che inevitabilmente scatena, chissà perché. Forse retaggio dei tanti mesi estivi passati in campagna da piccola, dove di solito da metà agosto le giornate di pioggia non mancavano quasi mai e quell'odore di pioggia ti entrava nelle ossa insieme col primo freddo.
La scorsa settimana ero a prendere un po' di pioggia e a respirare l'odore di un'altra terra, quella di Manchester. Dopo mesi di frenesia assurda

22/04/18

Inciampi o opportunità? Questione di "lenti"


Sono passati tre anni dall'ultima volta che ho scritto quassù.
Se contassi il tempo col mio orologio interiore, invece che con quello del mondo, direi che ne sono passati 15!
In mezzo, tra quell'ultimo post e oggi, un sacco di sogni fatti e disfatti, di progetti saltati per aria, ma anche progetti realizzati, opportunità inaspettate, incontri, qualche delusione, nuove speranze..
Inciampi li pensavo, allora, alcune cose che mi hanno portato a deviare dall'idea che mi ero fatta della mia strada. Oggi, se guardo indietro, penso che senza quegli "inciampi" non sarei la persona che sono oggi. Senza quelle deviazioni non avrei conosciuto persone che hanno incrociato la loro vita con la mia, lungo questi 4 anni. E Dio sa se ne sono grata.